psicoattivamente@gmail.com 06 90544890 - 349 0501373 Via Simone Martini, 136 - Roma

Il Centro di psicologia e psicoterapia Psicoattivamente si trova a Roma, nel quartiere Eur.
Da anni offre uno spazio accogliente e qualificato grazie alla competenza di psicologi, psicoterapeuti e altri professionisti della salute.

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Corso di training autogeno

Corsi per tutti e corsi dedicati agli operatori

Psicoterapia online

Consulenza in videoconferenza

Socialmente

Psicoterapia a tariffa agevolata

Il Centro di psicologia e psicoterapia Psicoattivamente

Il Centro di psicologia e psicoterapia Psicoattivamente opera a Roma, nel quartiere Eur, da diversi anni per offrire uno spazio accogliente e qualificato grazie alla competenza di psicologi, psicoterapeuti e altri professionisti della salute.

L’obiettivo è rispondere ai bisogni di consulenza e psicoterapia della persona e della famiglia. Il Centro Psicoattivamente offre interventi vari e personalizzati di diagnosi psicologica e psicoterapia grazie alla collaborazione con professionisti di diversa formazione scientifica (psicologo, psicoterapeuta, logopedista, psichiatra, psicopedagogista) che operano all’interno del Centro.

Decidere di rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta chiedendo aiuto per sè o per i propri familiari rappresenta il primo passo per poter stare meglio.

Le difficoltà, a volte, ci fanno sentire senza via d’uscita e impotenti. Superarle significa tornare a fidarsi delle proprie capacità, metterle in gioco e scoprire soluzioni prima invisibili.

Scegliere e intervenire attivamente nella propria vita si può.

Gli ambiti di intervento

Intendiamo proporre un contesto di aiuto nel quale le persone che vivono momenti di crisi non si sentano mai abbandonate a loro stesse, ma sostenute nel processo di comprensione del problema e di scelta delle possibili soluzioni. Per quanti si rivolgono a noi, è prevista una fase di consulenza, preceduta da un incontro conoscitivo gratuito per le situazioni individuali, con il fine di valutare l’opportunità, gli obiettivi e la motivazione di un intervento psicologico. Il tipo di sostegno proposto, infatti, tiene in considerazione le caratteristiche di ciascuna situazione, gli aspetti di priorità e le risorse disponibili.

Psicoterapia individuale

Dipendenze, ansia, fobie, depressione, attacchi di panico, disturbi del comportamento alimentare, accompagnamento nella malattia.

Psicoterapia con l'adolescente

Disturbi del comportamento alimentare, bullismo, dipendenze.

Psicoterapia familiare

Difficoltà relazionali, fobia scolare, tic, balbuzie ed altri disagi manifestati dal bambino.

Psicoterapia di coppia

Conflittualità, separazione coniugale, sostegno alla genitorialità.

Gli specialisti

Il Centro Psicoattivamente è formato da professionisti di diverse discipline, tutti con esperienza nel proprio settore di competenza.

Dottoressa Silvia Sossi

Psicologa e psicoterapeuta
Albo Psicologi del Lazio n. 5699

Dottoressa Francesca Pezzali

Psicologa e psicoterapeuta
Albo Psicologi del Lazio n. 9206

Dottoressa Valentina Desideri

Psicologa e psicoterapeuta
Albo Psicologi del Lazio n. 15199

Dottoressa Marzia Toscano

Psicologa e psicoterapeuta
Albo Psicologi del Lazio n. 13314

Dottor Marco Patitucci

Psicologo e psicoterapeuta
Albo Psicologi del Lazio n. 20115

Dottoressa Michela Petescia

Psicologa e psicoterapeuta
Albo Psicologi del Molise n. 458

Dottor Damiano Biondi

Psicologo e psicoterapeuta
Albo Psicologi del Lazio n. 13673

Dottoressa Laura Cenni

Psicologa e psicoterapeuta
Albo Psicologi del Lazio n. 8018

Dottoressa Simona Andreoli

Psicologa e psicoterapeuta
Albo Psicologi del Lazio n. 16462

Dottoressa Melania Pugliese

Psicologa e psicoterapeuta
Albo Psicologi del Lazio n. 18055

Dottoressa Elisa Bisicchia

Biologa nutrizionista

Attività ed eventi

Nel corso dell'anno, il Centro Psicoattivamente propone un calendario di appuntamenti per approfondire temi e attività con finalità dedicate.

Sabati Psicoattivi

Il Centro Psicoattivamente propone ogni anno un ciclo di conferenze gratuite per promuovere il confronto e la riflessione su tematiche psicologiche

Undicesima edizione - 2025

Gli incontri si tengono dalle 16.30 alle 18.30
nella sede del Centro, in via Simone Martini 136

La partecipazione è gratuita. E' necessaria la prenotazione.
Per informazioni e iscrizioni, inviare una email a psicoattivamente@gmail.com

Presto il calendario della nuova edizione

Corso di Mindfulness

E' ripreso il corso di Mindfulness, condotto dalla dottoressa Silvia Ciocca. L'obiettivo del corso è insegnare a guardare e accettare la realtà per come è, osservando in maniera distaccata i pensieri negativi e vedendoli per ciò che sono, ossia prodotti dall propria mente.

Il corso si tiene il giovedì, dalle ore 19.15 alle ore 20.30, presso il nostro Centro.

Per iscriversi o richiedere informazioni, inviare una email a psicoattivamente@gmail.com o contattare la dottoressa Ciocca al numero 339.3694048

Gruppo di sostegno per adolescenti

Riprende il gruppo dedicato agli adolescenti, ai quali proponiamo uno spazio concreto di incontro e confronto tra coetanei. Alla guida della "spedizione" il dottor Marco Patitucci.

Per iscriversi o richiedere informazioni, inviare una email a psicoattivamente@gmail.com o contattare il dottor Patitucci al numero 339.1590027

Classe di movimento bioenergetico

E' partita la classe di Movimento bioenergetico con la dottoressa Francesca Valentinetti. Contattateci al più presto se siete interessati.

Per iscriversi o richiedere informazioni, inviare una email a psicoattivamente@gmail.com o contattare la dottoressa Valentinetti al numero 334.8834951

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Informazioni

Ecco di seguito informazioni e chiarimenti su tematiche trattate dai nostri specialisti

  • Adozione

    L’adozione oggi è fatta per dare una famiglia ad un bambino che non ce l’ha. Questo può accadere o perché non ha mai avuto una famiglia fin dalla nascita (il figlio di ignoti), o perché dopo la nascita è rimasto orfano, oppure perché è stato abbandonato, o meglio: perché è rimasto “privo di assistenza morale e materiale da parte dei genitori o dei parenti tenuti a provvedervi, purchè la mancanza di assistenza non sia dovuta a forza maggiore di carattere transitorio”.

  • Il quadro clinico dell’anoressia è molto caratteristico. La prevalenza del sesso femminile è di circa 10 ragazze per un ragazzo e l’età di insorgenza è fra i 13-14 e i 25 anni, per lo più tra i 15 e i 18 anni. Si organizza in 3-6 mesi, dopo un periodo caratterizzato dal desiderio di “seguire una dieta” per perdere qualche chilo giudicato superfluo. In alcuni casi esiste una reale obesità infantile; generalmente questo desiderio è accettato dalla famiglia. Con il tempo la restrizione alimentare aumenta e la perdita di peso è considerata sempre insufficiente.

  • L’attacco di panico è un periodo preciso d’intensa paura o disagio, accompagnato da sintomi somatici e psichici. Dal momento in cui la persona ha la percezione che gli sta arrivando l’attacco di panico al momento di apice, trascorrono in genere pochi minuti. Normalmente l’attacco di panico dura pochi minuti ma può lasciare un senso di disagio, di ansia, malessere, sonnolenza, stordimento, anche per qualche ora. L’attacco di panico esplode all’improvviso con una paura travolgente che viene senza avvisaglie e senza alcuna ragione apparente.

  • Il Training Autogeno è un metodo di rilassamento e auto distensione utilizzato da quasi un secolo in medicina e in psicologia. Da quando è stato creato ad oggi, parallelamente ad un’ampia diffusione, è stato oggetto di numerose ricerche che ne hanno dimostrato l’efficacia dal punto di vista scientifico.

  • La depressione è un disturbo dell’umore molto invalidante nel quale la persona si sente di umore triste e perde piacere e interesse per quasi tutte le attività. E’ uno dei disturbi più diffusi tra la popolazione generale e quindi molto ben conosciuto. Sembra, infatti, che soffra di depressione dal 10 al 15% della popolazione, con una frequenza maggiore tra le donne. Naturalmente a tutti può capitare di avere dei momenti di tristezza e di scoraggiamento, sia in relazione a particolari eventi dolorosi della vita, che alle difficoltà quotidiane, ma ciò non significa che si è depressi, anzi: in molti casi la tristezza, se ascoltata, può essere utile a domandarsi cosa non funziona nella nostra vita e motivarci a mettere in atto dei cambiamenti per poter stare meglio.

  • La nascita di un figlio è per la mamma e tutta la famiglia un’esperienza unica. Dopo i nove mesi di attesa, durante i quali si sono fatti sogni e progetti, si è parlato a lungo del nome che porterà il nascituro, si sono fatti acquisti, fatto spazio nella casa, finalmente il bambino è arrivato. E’ un momento molto importante, di enormi emozioni: tutti si stringono attorno alla mamma e, soprattutto, al nuovo arrivato. C’è un gran fermento nelle rispettive famiglie ed anche i nonni si sentono fortemente coinvolti.

  • Con questa espressione si fa riferimento a difficoltà nell’apprendere e utilizzare una o più abilità scolastiche, come la lettura, la comprensione del significato di ciò che viene letto, la scrittura, i calcoli e il ragionamento matematico; tali difficoltà sono presenti tra il 5% e il 15% degli studenti. Non rientrano nel disturbo specifico dell’apprendimento le difficoltà di apprendimento derivanti da disabilità intellettive, acuità visiva o uditiva alterata, istruzione inadeguata o avversità psicosociali. Il disturbo specifico dell’apprendimento può manifestarsi in modi molto diversi: alcuni bambini o ragazzi possono avere difficoltà solo nell'ambito della lettura, altri nella scrittura, altri solo nell'ambito del calcolo o della soluzione di problemi matematici, altri ancora possono fare fatica a comprendere ciò che leggono, altri, infine, possono presentare difficoltà in più ambiti contemporaneamente.

  • Il disturbo post-traumatico da stress è dato da un insieme di sintomi che seguono un evento traumatico. L’evento traumatico consiste nell’aver vissuto o assistito ad una o più situazioni che hanno implicato morte, minaccia di morte, lesioni gravi o minaccia alla propria integrità fisica o a quella di altre persone. In seguito a tale evento, la persona ha risposto con un’intensa paura, ha avuto una sensazione di impotenza o di orrore. Terr (1991) definisce il trauma come un “colpo” o una serie di “colpi” improvvisi che destabilizzano temporaneamente e che fanno fallire le ordinarie strategie con cui si affrontano gli eventi esterni e le operazioni difensive.

  • La Sessuologia Clinica, attraverso la terapia sessuale, propone un approccio terapeutico di solito breve e focalizzato al problema da risolvere, utilizzando il colloquio psicologico di coppia o individuale e integrando, ove necessario, delle semplici “mansioni” o “esercizi” da fare a casa, per poter mettere in pratica durante la settimana quanto emerso nel corso delle sedute. Le disfunzioni sessuali possono essere un campanello d’allarme nella vita di coppia, spesso si instaurano in periodi di crisi e hanno una base per lo più psicologica, piuttosto che organica.

  • Le caratteristiche essenziali del Disturbo borderline di Personalità sono una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell’autostima e dell’umore, e una marcata impulsività, che iniziano nella prima età adulta e sono presenti in una varietà di contesti. Si tratta spesso di persone con una forte vulnerabilità emotiva e sensazione di non poter sopportare la sofferenza, che le porta per questo a mettere in atto comportamenti che hanno la funzione di rendere tale sofferenza più sopportabile, anche se tali comportamenti possono essere atti autolesivi, o abbuffate, o abuso di alcol. Possono avere difficoltà ad instaurare rapporti intimi, devono sopportare il timore dell’abbandono ed hanno spesso tendenza agli acting-out, con oscillazioni dell’umore e crisi di rabbia violente , spesso seguite da sensi di colpa.

  • Si definisce enuresi, pipì a letto, l’emissione completa ed incontrollata di urina (pipì) dopo che sia passato il periodo di maturità fisiologica in genere acquisita tra i tre e i quattro anni. Si distinguono due tipi di enuresi: la primaria, che significa che il bambino non ha mai acquisito il controllo della pipì, e secondaria, che si presenta dopo che il bambino aveva per un periodo acquisito la funzione di controllo dell’urina. L’enuresi primaria notturna è sicuramente la forma più frequente, seguita da quella diurna, e dall’enuresi mista (diurna e notturna). Un’altra forma di enuresi si presenta ad intervalli irregolari: in alcuni periodi il bambino controlla la pipì, in altri periodi no.

  • Il termine fobia deriva dal greco phobos, che significa “fuga”, “panico-paura”, “terrore”. Con tale termine si intende una paura esagerata e persistente collegata ad un oggetto o ad una situazione che obiettivamente non costituisce una significativa fonte di pericolo. Generalmente quando una persona è costretta ad affrontare una situazione o ad avere a che fare con un oggetto che per lui è fonte di fobia, prova un livello di ansia spiacevole o sintomi che si provano in situazioni di emergenza: battito cardiaco accelerato, vertigini, nausea.

  • Per fobia scolare o “ fobia della scuola” si intende il rifiuto da parte di bambini o adolescenti di andare a scuola o di rimanerci, per motivi che appaiono irrazionali e che il bambino stesso spesso non sa spiegare. Il bambino può rifiutarsi di andare a scuola fin dalla mattina oppure recarsi a scuola e chiedere agli insegnanti di chiamare i genitori per farsi riportare a casa, dopo qualche ora. L’inizio nel bambino piccolo è spesso improvviso e può seguire un periodo di buon inserimento a scuola. Altre volte può coincidere con l’inizio dell’anno scolastico o sopraggiungere dopo qualche mese, talvolta in concomitanza al rientro a scuola dopo un’interruzione per le vacanze o per una malattia. Ciò che accade, nei bambini piccoli, è spesso riferire come motivazione un episodio accaduto a scuola, come una lite con un compagno o un rimprovero dell’insegnante. Sebbene è sempre bene indagare se ci siano motivi di disagio per il bambino all’interno della scuola, generalmente le motivazioni risiedono maggiormente in ansie del bambino per l’allontanamento dalla casa e dalle figure di riferimento, che da problemi inerenti l’ambiente scolastico.

  • I gruppi di auto aiuto sono gruppi formati da persone che vivono lo stesso problema e che si trovano insieme per raggiungere un obiettivo comune cercando di superare il disagio, attraverso il reciproco sostegno emotivo. Confrontarsi con chi vive difficoltà simili alle proprie, riflettere insieme su quali siano le strategie più utili ad affrontare il problema permette ad ognuno di aiutare ed essere aiutato, in una reciprocità che si rafforza man mano che il gruppo diviene più unito. I gruppi di auto aiuto guidato puntano l’attenzione non sulla difficoltà e sulle carenze ma sulle risorse ed i punti di forza di ognuno. L’auto aiuto si fonda, infatti, sull’azione partecipata delle persone che sebbene in difficoltà, nel gruppo si attivano ed aiutano, portando qualcosa di sé, della propria storia e della propria esperienza. Le conoscenze e le competenze di ognuno sono utili agli altri per poter, a loro volta, attingerne. La forza e il successo dei gruppi di auto aiuto sta nella reciprocità di risorse che ogni partecipante racchiude in sé e condivide con gli altri.

  • Quando nell'ambito familiare si vive un forte conflitto può capitare che il mondo sembri crollare sotto ai nostri piedi per la mancanza di prospettive e soluzioni concrete: la comunicazione appare impossibile tanto da farci sentire come appartenenti a mondi diversi che parlano linguaggi incomprensibili e questo blocca le possibilità decisionali di ciascuna delle parti coinvolte. Il conflitto prolungato e la tensione vissuta in casa possono essere una grande fonte di sofferenza e disagio per i figli e pesare fortemente sul loro sviluppo. In questi casi può essere utile per la coppia che vuole riorganizzare il futuro assetto familiare in vista o in seguito ad una separazione o ad un divorzio, decidere di effettuare un percorso di mediazione familiare.

  • Non è facile scegliere il proprio percorso di formazione, perché significa iniziare a definire chi siamo e cosa faremo e questo può spaventare. Ancora di più in un periodo storico come questo, nel quale le difficoltà presenti nel mercato del lavoro impongono di compiere delle scelte ragionate e “giuste”. Si tratta di combinare insieme ciò per cui si è più portati e ciò che più interessa, di ragionare sui propri punti di forza e di debolezza, di saper raccogliere informazioni sul mondo del lavoro e giungere a una decisione. Sapersi orientare significa fare scelte vincenti, assumendo decisioni rispetto alla propria vita e al proprio futuro che siano coerenti con i propri bisogni e aspettative. Quando queste scelte sono prese senza avere un quadro preciso della situazione, perché magari non si è consapevoli delle proprie attitudini o perché non si hanno le idee molto chiare sui propri interessi o sulle possibili alternative tra le quali scegliere, si corre il rischio di ritrovarsi in una situazione che può risultare molto diversa da quella che era stata immaginata. Questo può portare a sentirsi frustrati e insoddisfatti, e a cambiare scuola o facoltà, perdendo così anni di studio. Quando invece c’è una convergenza tra capacità personali, interessi e percorso formativo scelto, si gettano le basi per uno sviluppo personale e professionale ottimale.

  • Lo psicologo è un laureato in psicologia che ha svolto un anno di tirocinio ed ha effettuato l’esame di stato; l'attività dello psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona. Lo psicoterapeuta è il professionista psicologo, o anche medico, che ha conseguito una specifica formazione professionale di durata almeno quadriennale, presso scuole pubbliche o private riconosciute.

  • Molto spesso le famiglie arrivano in consultazione per un sintomo manifestato dal bambino, come disturbi del comportamento, difficoltà nel linguaggio, fobia scolare, tic, disordini alimentari, comportamenti violenti o ribelli, atti di prevaricazione sui propri compagni. Tutti questi sintomi o comportamenti assumono significati diversi secondo il modo in cui vengono osservati. Se questi fenomeni vengono letti come forma di disagio esclusivamente del bambino, allora saranno letti come comportamenti “malati” da analizzare e curare; se, al contrario, si considera la famiglia come un sistema attivo di cui il bambino fa parte e nel cui ambito un comportamento “diverso” può assumere un significato evolutivo, allora importante diventa capire che significato abbia per la famiglia in un determinato momento del suo ciclo vitale.

  • I motivi che possono portare un adolescente in terapia sono diversi e vanno dalle difficoltà scolastiche, a comportamenti aggressivi in famiglia o verso i coetanei, depressione, atti di autolesionismo. E’ una scelta difficile che spesso viene messa in atto dopo una serie di tentativi falliti per cercare di risolvere le difficoltà che vanno dai comportamenti punitivi da parte dei genitori, suppliche al ragazzo, tentativi di intervento della scuola, cambio di istituto scolastico. Un motivo che porta gli adolescenti a chiedere autonomamente l’aiuto dello psicologo è la difficoltà nelle vicende amorose: l’amore ed in generale i rapporti interpersonali hanno un posto fondamentale nella vita dei ragazzi. Altre volte a motivare un ragazzo o una ragazza a chiedere l'aiuto di uno psicologo, è uno stato di confusione rispetto all'idea di sé e alle scelte future da intraprendere, soprattutto negli ultimi anni delle scuole superiori.

  • La psicoterapia è una forma di aiuto che cura attraverso il rapporto interpersonale. E’ una disciplina che si occupa di conoscere e utilizzare tutte le risorse possibili per permettere il miglioramento delle condizioni psichiche della persona, la ripresa o la continuazione dello sviluppo psicologico nelle sue varie fasi, aiutandola ad affrontare meglio e a superare gli ostacoli che si presentano nel suo cammino, con l'obiettivo più o meno esplicito di migliorare le sue capacità di affrontare le difficoltà della vita.

  • L’approcco sistemico-relazionale pone la sua attenzione su quanto avviene nell’ambito delle relazioni umane. L’interesse del terapeuta è posto, cioè, non su ciò che succede all’interno della mente, ma sulle relazioni che ogni individuo instaura con l’ambiente esterno e con gli altri.

  • La terapia di coppia è un intervento terapeutico che si pone l’obiettivo di aiutare i membri di una coppia a superare i momenti difficili che incontrano nel loro percorso insieme. Tali difficoltà possono riguardare e si possono manifestare in molti modi diversi: attraverso difficoltà di comprensione reciproca, problemi nella sfera sessuale, divergenze nello stile genitoriale, tradimenti.

  • La terapia familiare è una forma di psicoterapia che si svolge tramite incontri a cui partecipano, di regola, tutti i membri della famiglia. L’intento è di capire insieme come la storia delle relazioni possa aver portato ad una situazione di sofferenza della famiglia ed eventualmente alla presenza di un sintomo in uno dei membri. Nella terapia familiare, quindi, l’attenzione è spostata dall’individuo alla famiglia, intesa come “sistema”.

  • I tic sono movimenti rapidi e involontari, che non è possibile arrestare se non per breve tempo; vengono definiti semplici se sono costituiti da movimenti brevi e stereotipati del volto, delle spalle e degli arti e in complessi se costituiti da sequenze di movimenti. I più frequenti sono quelli che riguardano il volto e se si associano tra loro possono apparire come espressioni mimiche particolari, rappresentando ad esempio la rabbia, il disgusto, la paura. Possono presentarsi anche attraverso atti, come l’emissione di suoni o ripetizione di parole. I tic sono sempre movimenti improvvisi e senza finalità che tendono a ripetersi con un ritmo irregolare. Non disturbano i movimenti volontari e non sono presenti nel sonno.

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